Ping-pong fa parte di un ciclo di lavori di circa vent’anni fa; l’opera risale infatti al 2003, in cui l’artista indagava, attraverso l’utilizzo del letto, gli aspetti più significativi, tragici o divertenti della comunicazione interpersonale. I momenti di confronto e di scontro, il dialogo o l’incomunicabilità, vengono messi in evidenza con sottile ironia e secondo uno schema preciso. Lo spazio del letto in questo caso è diviso a metà da una rete come in un tavolo da ping-pong e la scena segue esattamente le regole del gioco. Un botta e risposta continuo, evidenziato qui dall’intermittenza delle due lampadine fissate su una porzione di calco in silicone bianco dei volti dell’artista e di sua moglie, appoggiati alle due racchette sui cuscini.
Le palline, come le parole di una conversazione, riempiono lo spazio della stanza attorno al letto che, provvisto di ruote, diventa veicolo di sogni.