Decrypt for-mat è un esperimento nato da due letture di neuroscienza – “Percezioni. Come il cervello costruisce il mondo” di Beau Lotto e “Percezioni di realtà” di Albert Hoffman – ed è un tentativo di portare le persone a mettere in discussione la percezione di sé e la propria identità, prendendo atto che non esiste una percezione oggettiva di realtà, perché condizionata dal proprio bagaglio educativo-culturale.
In Decrypt for-mat l’artista ha cercato di proporre il corpo da ri-abitare come campo d’indagine per le infinite possibilità che riveste invece nell’esistere per ciò che è e per ciò che può essere; un corpo che si fa simultaneamente catalizzatore, strumento comunicativo, una sorta di climatizzatore che permette una pulizia dell’ossigeno, fornendo la visione di una nuova possibilità di esistenza e di identità: riedificando quindi il concetto di corpo stesso.
Interrogandosi sulle potenzialità delle tecnologie digitali, Gennifer Deri riflette sulla possibilità di fornire una nuova visione d’immagine e di spazio nel quale l’osservatore s’immerga ed inizi così a ri-significarsi e ri-percepirsi come persona, al di sopra di ogni differenza ed automatismo. Partendo dall’immagine di un corpo, che non è dato come il comune percepito piuttosto come percepibile e mutevole, l’artista arriva ad una sua elaborazione astratta e infinitesimale attraverso l’uso di diversi software algoritmici, con l’obiettivo di decostruire e modellare in forma nuova lo spazio-corpo in cui viviamo ed iniziare così ad abitarla in una forma nuova.