Nina Silla sceglie come ambientazione per la serie Ex-Nihilo le cave di marmo di Carrara. Il luogo, già di per sé incredibilmente ricco di suggestioni e di storia, una continua stratificazione senza tempo, rappresenta anche un’insanabile ferita inflitta al paesaggio, a seguito di secoli e secoli di estrazioni. Ogni crepa, ogni singola irregolarità che caratterizza lo scenario, evoca un tormentoso senso di eterna incompiutezza e frammentarietà; una parte che ha perso il contatto con il suo tutto.
È proprio in tale luogo che l’artista, servendosi del medium fotografico, mette in scena – quasi si trattasse di una rappresentazione teatrale – una personale riflessione sul concetto di identità.
La connessione con la parte più emotiva e recondita evoca metaforicamente uno scavare dentro se stessi, che riverbera nel contesto marmoreo della cava. La maschera, simbolo di ambiguità e identità multiple per eccellenza, cela il suo volto, proteggendolo dal mondo. È solo nel riflesso – entro una dimensione liquida e quindi, metaforicamente, inconscia, intima e introspettiva – che essa svanisce, rivelando così l’Io, nella sua forma più autentica, in tutta la sua nudità e vulnerabilità.
Il frammento si ricongiunge all’intero e restituisce un imponderabile senso di vertigine.