In modo poetico e delicato, come un gruppo di bambini intenti a giocare, le sculture di Simone Benedetto metaforicamente ri-abitano il solenne silenzio degli spazi spirituali del Chiostro. Nonostante la perfetta immobilità della scena ci sembra di scorgerli, con la coda dell’occhio, mentre si rincorrono e di udire in sottofondo le soffocate risate di un gioco, nato sul momento e per caso in un luogo proibito.
il “claustrum”, fulcro degli antichi monasteri, era infatti concepito come una corte interna chiusa, riservata ai monaci per la meditazione e la preghiera.
Bambini travestiti da animali, protagonisti di antiche fiabe o progenie di creature mitologiche: non è dato sapere cosa siano esattamente gli Animal Soul. Forse rappresentano semplicemente il Genius Loci, lo ‘spirito del luogo’, rinato e rinnovato, che ha trovato nuova vita e senso da quando lo spazio è stato finalmente ri-aperto e reso accessibile a tutta la comunità.
I bambini, ibridi metà uomo e metà animale, sembrano infatti rispecchiare la peculiarità ambivalente del chiostro: luogo aperto ma allo stesso tempo rinchiuso da mura, spazio costruito e contemporaneamente giardino, un angolo di natura incastonato nella città.